Dopo prove su prove, dopo infiniti ticket aperti con la digital trasformation dell’Agenzia delle Dogane, possiamo finalmente dire che le importazioni, complesse, con il nuovo sistema H1 sono per noi e per i nostri clienti, acquisite e gestite.

Un grande lavoro di squadra, una attenta ricerca ci hanno spinto a flussare dichiarazioni doganali particolari ovvero che coinvolgevano certificati ed elementi del valore al fine di testare le novità dichiarative del nuovo sistema, dove tutto è codificato e non sono presenti campi di testo descrittivi.

Lo sforzo c’è stato anche da parte degli importatori che hanno dovuto familiarizzare con una copia di cortesia scarna di informazioni e con file xml da archiviare.

Abbiamo “sfruttato” il momento sia per un assessment interno e sia formando i nostri clienti al nuovo modo di intendere i processi doganali prendendo confidenza con le codifiche e con i nuovi dati presenti nel flusso.

Siamo in contatto con tutti gli uffici doganali nazionali che hanno accolto con molto entusiasmo i nostri test lamentando l’assenza di trasmissioni h1 da parte degli altri colleghi, così, in piena collaborazione con i funzionari stiamo verificando le funzionalità del sistema tanto lato operatore quanto lato dogana per essere pronti ed operativi dal 1° aprile.

Questi test ci stanno permettendo di segnalare anomalie di sistema o malfunzionamenti per permettere al gruppo IT di ADM di intervenire tempestivamente.

Una questione, ancora irrisolta, per esempio, è la gestione tramite la piattaforma MONET delle revisioni delle dichiarazioni doganali.

Il sistema MONET ragione in base al dichiarante ovvero al certificato di autenticazione utilizzato per trasmettere le dichiarazioni doganali, questo seppur corretto, inibisce alle società di gestire autonomamente l’istituto della revisione di accertamento, per operazioni doganali gestite da dichiaranti terzi.

Mi spiego meglio.

Oggi, laddove un importatore evidenzi un errore su una dichiarazione doganale può presentare, autonomamente o delegare un rappresentante diverso dal dichiarante, la revisione dell’accertamento. Essendo essa cartacea si presenta un’istanza in dogana chiedendo la variazione o la correzione di elementi formali o sostanziali che coinvolgono la dichiarazione.

Domani, se la dichiarazione doganale è una H1, la revisione dell’accertamento si esegue in via tematica attraverso il portale Monet, dove, inserendo il numero di MRN della dichiarazione si apportano le variazioni, ma, è abilitato a trasmettere una modifica solo il dichiarante ovvero solo colui che ha, con il suo certificato di autenticazione, trasmesso la dichiarazione.

Questo è palesemente uno svantaggio per gli operatori economici perché perdono il controllo della revisione essendo gestite da ogni dichiarante intervenuto nel processo.

Ritengo che ai fini della compliance AEO questo sia molto pericoloso ed abbiamo prontamente segnalato all’ufficio digital trasformation le nostre osservazioni in merito.

È un’occasione in più per gli importatori di rivedere i flussi doganali se l’obiettivo è semplificare, governare e gestire e pianificare il processo.

L’attività doganale deve necessariamente entrare nei processi aziendali, non può continuare ad essere materia della sola logistica, ma deve coinvolgere tutti i reparti aziendali.

Customs Compliance = risk managment.

Noi vi aiutiamo a farlo!

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