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Doppia imposizione fiscale in Russia

By 14 Agosto 2023No Comments

Si ritorna immancabilmente a parlare di Russia e questa volta il presidente Putin ha firmato l’Ordine esecutivo sulla sospensione da parte della Russia di alcune disposizioni dei trattati fiscali internazionali, ovvero lo stop agli accordi contro la doppia tassazione fiscale con i Paesi indicati nella lista ufficiale degli Stati ostili dal Cremlino, Italia compresa.

Su 49 Paesi classificati come ostili dal Cremlino, la Russia aveva accordi contro la doppia tassazione con 38 di essi: tutti i Paesi dell’Unione Europea, i membri europei della Nato, gli Usa, il Canada, Singapore, il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda. Ora tutti questi accordi verranno meno e l’unico Paese del campo occidentale a mantenere accordi di questo tipo con Mosca sarà la Turchia, che pur essendo nella Nato non è mai stata inclusa nella lista delle nazioni ostili.

Con questi accordi, per fare un esempio semplice, i redditi prodotti da soggetti italiani in Russia (e viceversa) o gli utili delle aziende nazionali operanti nella Federazione non erano soggetti alla duplice imposizione di Roma e di Mosca. Gli accordi sulla doppia tassazione disciplinano la tassazione delle rendite prodotte da beni mobili e immobili, la distribuzione dei dividendi e dei profitti generati dalle imprese verso le capogruppo e gli azionisti, gli interessi su prestiti e conto capitale, la gestione dei redditi generati tramite lavoro subordinato, erogazione di servizi, cessione di diritti di proprietà intellettuale, brevetti e diritti d’autore. In sostanza, regolano tutta l’ordinaria attività di business tra due sistemi-Paese.

Putin ha deciso di sospenderli in risposta alle sanzioni occidentali crescenti che hanno prodotto un notevole affanno all’economia russa e il rischio di una repentina fuga di capitali.

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